Si tratta di un piccolo paese – circa 1600 abitanti – adagiato sull’estrema punta nord-occidentale della Sardegna. Di storia abbastanza recente – i primi insediamenti nella zona risalgono alla fine dell’Ottocento, mentre la città è un comune autonomo soltanto dal 1988 – Stintino basa la sua economia soprattutto sul turismo. E, dopo un’attenta perlustrazione del luogo, se ne capiscono facilmente i motivi.
Proseguendo verso nord, si giunge all’estremo promontorio della penisola, il già citato Capo Falcone, dalla cui sommità si può godere di una bella vista su tutto il golfo dell’Asinara. Proprio ai suoi piedi si trova un’altra spiaggia degna di essere visitata, la cosiddetta Pelosetta. Piccola e stretta, questo lembo di spiaggia è incastonato tra una aspra parete rocciosa, ma la discesa piuttosto sconnessa e difficoltosa è ripagata dal meraviglioso mare in cui si può tuffare. È possibile raggiungere, a piedi o a nuoto, un piccolo scoglio a poche decine di metri, su cui sorge una torre aragonese del Cinquecento. Una volta giunti dall’altra parte, la soddisfazione per avercela fatta è tanta, e la vista del promontorio roccioso è stupefacente.
Altra spiaggia cui è possibile fare una capatina è la cosiddetta Cala Coscia di Donna, sul versante ovest della penisola. Vi si accede tramite una strada sterrata, che conduce a un parcheggio da cui si prosegue a piedi: la spiaggia è di ciottoli, ma la vista – specialmente nel tardo pomeriggio e al tramonto – toglie il fiato. Molto caratteristica, a sud e sul versante est, anche la spiaggia delle Saline, nelle immediate vicinanze della quale sorge un’altra torre.
Anche il centro di Stintino è molto bello. Il paese è organizzato con delle rigide logiche geometriche, che danno vita a strade e vicoli perpendicolari gli uni agli altri. Costruito su un piccolo promontorio, rivolto a est, vanta due porti, una piccola chiesa, e una via principale su cui si affacciano i principali negozi. Diversi ristoranti si possono trovare sulla strada che costeggia il mare e il porto, mentre abbondano piccoli ma caratteristici Bed and Breakfast. Da Stintino partono anche le motonavi che conducono al Parco Nazionale dell’Asinara.
Castelsardo
Castelsardo è un comune di circa 5.800 abitanti ricco di storia e di suggestioni. La sua storia comincia già in età romana, per poi subire una brusca frenata con la caduta dell’Impero Romano. Soltanto nel 1102 la città riprende il suo sviluppo, soprattutto grazie all’intervento della famiglia genovese dei Doria, che fa edificare un castello sulla sommità del promontorio su cui l’abitato sorge. La città è passata poi, nel corso dei secoli, sotto la dominazione aragonese e sotto il controllo di Casa Savoia, fino ad affermarsi, in epoca molto recente, come un attivo centro turistico e culturale.
Tralasciando la parte moderna della città – scarsamente rilevante per il turista – è d’obbligo una visita approfondita al centro storico del paese. La rocca di Castelsardo è edificata sulla sommità di un piccolo promontorio, in modo da affacciarsi su due specchi di mare. Si può salire in macchina per un tratto, poi i non-residenti devono proseguire a piedi. La vista dall’alto è molto suggestiva, e già da sola ripagherebbe della scomoda salita: ma addentrandosi per le viuzze e i vicoli del paese si viene in breve conquistati dall’atmosfera medievale della cittadina. Su tutto domina il castello, visitabile ad un prezzo molto esiguo; girovagando per le stradine ci si imbatte poi in una piccola Cattedrale (intitolata a Sant’Antonio Abate, patrono cittadino) e nella buia ma affascinante Chiesa di Santa Maria. Particolarmente suggestiva è la camminata lungo la cinta muraria della città, che circonda l’intero centro storico: oltre a godere di un panorama splendido, da qui è anche possibile scendere verso un bellissimo parco adiacente alla scogliera, proprio sulle pendici della rocca.
Nel centro storico sono diverse le trattorie, che offrono anche menù a prezzi molto bassi, ed è possibile acquistare souvenir e prodotti tipici (tra cui gli oggetti in corallo, artigianato tipico locale). Per quanto riguarda la balneazione, invece, le coste adiacenti alla città sono frastagliate e rocciose, e quindi di difficile accesso; nella vicina frazione di Lu Bagnu, invece, è presente un piccolo lungomare e una bella spiaggia sabbiosa.
Alghero
Città di oltre 40.000 abitanti, Alghero è una piccola sorpresa: ricca di storia, cultura e paesaggi naturali, conquista il turista occasionale e fa venire voglia di tornare. I primi insediamenti umani risalgono alla civiltà nuragica, di cui restano ancora delle testimonianze nei dintorni, per poi passare nelle mani dei Fenici prima e dei Romani poi. La parte più rilevante della sua storia comincia nel 1300, quando la città fu conquistata dai catalani, che ne mantennero il controllo per circa un secolo prima di perderla in favore dei Doria. La dominazione catalana è stata fondamentale per Alghero: ancora oggi vi si parla un dialetto che è una variante del catalano, e la cultura della regione spagnola è tanto viva che la città è conosciuta con il nome di “Barceloneta”.
Superata la parte nuova della città – che offre un bellissimo lungomare, attrezzato con piste ciclabili e dotato di un particolare stile contemporaneo – si giunge nel centro storico, chiuso al traffico per i non-residenti. Entrando a piedi si rimane subito colpiti dall’intricato sistema di viuzze che si dipana tra gli antichi palazzi. Su tutto, spicca la cupola della chiesa di San Michele, variopinta e realizzata con maioliche. Il centro cittadino è molto caratteristico, e rappresenta anche l’anima commerciale del paese: abbondano i negozi (anche qui l’artigianato locale si focalizza sul corallo), così come gli alberghi e i ristoranti.
La passeggiata è molto piacevole, e giunge il suo culmine sui bastioni a picco sul mare che delimitano la parte antica della città. È possibile percorrerli tutti, essendo ormai stati trasformati in strade, ammirando le torri fortificate e una splendida vista sul mare. La città è affacciata a occidente, quindi il momento migliore per questa gita è senza dubbio il tardo pomeriggio, quando si può godere di uno spettacolare tramonto. Una menzione particolare meritano i numerosi ristoranti situati in questa zona, che offrono ai propri clienti la possibilità unica di cenare con una vista davvero indimenticabile, gustando una delle specialità marinare locali (Alghero è famosa soprattutto per la cucina dell’aragosta).
Nelle vicinanze abbondano anche i siti naturali. Numerose sono le spiagge di interesse, a prima vista tutte meritevoli di una visita. A pochi chilometri in direzione nord-ovest, inoltre, si trova il Parco Regionale di Porto Conte, situato sul promontorio di Capo Caccia; al suo interno sono ospitate anche le famose e suggestive Grotte di Nettuno. Infine, in direzione nord, è situata l’antica necropoli prenuragica di Anghelu Ruju.
Come arrivare
La zona è raggiungibile in diversi modi. Va da sé che è preferibile arrivarvi con un mezzo proprio, in modo da esplorare i dintorni con facilità. È consigliabile quindi imbarcarsi dalla terraferma alla volta di Porto Torres, lo scalo più vicino alla zona, raggiungibile da Genova e Civitavecchia. Noi, alla prima esperienza in Sardegna, abbiamo preferito però sbarcare a Olbia, sulla costa nord-orientale, e poi attraversare in direzione est-ovest l’isola. Ciò, oltre ad essere immensamente più economico, ci ha permesso anche di ammirare parte dell’entroterra sardo nelle sue varianti (dal verdeggiante al brullo), oltre che attraversare la bella zona del Monte Acuto e a transitare di fianco alla magnifica Basilica di Saccargia, che meriterebbero entrambe una seconda visita.
In alternativa, è possibile arrivare in aereo all’Aeroporto di Alghero-Fertilia. Da qui si può giungere ad Alghero e Stintino tramite degli autobus locali.
Luigi (testo)
Valeria (foto)
L'articolo è scritto molto bene e mi sembra invitante. Non sono mai stato in Sardegna e non sono il tipo che fa le vacanze del mare, ma l'idea di un'escursione che richieda l'utilizzo della macchina mi solletica. Alghero e Castelsardo sembrano dei posti da visitare. Mi paice molto la foto con la torre della Pelosa e le due isole
RispondiEliminaHai veramente risvegliato i ricordi della mia infanzia in queste terre che ormai non visito più da molti anni. In oltre quando penso a questi paesaggi mi sovviene sempre bertoli e in particolare "spunta la luna dal monte" dedicata a queste terre per l'appunto.
RispondiEliminaBell' articolo davvero, potresti essere un perfetto critico routard. :) il prossimo articolo lo vogliamo su i ristoranti della Toscana allora..
A presto